basilicata

Da matera al parco del pollino

Sei giorni per scoprire la Basilicata, una regione che non si visita per caso, una regione che con i suoi tanti paesaggi pregni di silenzi e di spiritualità arcaica ci consentirà di apprezzare la semplicità delle piccole cose godute passo dopo passo.

Questo rettangolo di terra posto tra la punta e il tacco dello Stivale, crogiolo di lingue e culture, ci accoglierà con il Parco del Vulture, per poi deliziarci con il Parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane, il Parco della Murgia Materana e il Parco Nazionale del Pollino, con affrescate chiese rupestri, paesaggi d’argilla, borghi abbandonati, castelli fiabeschi, città che sembrano presepi e tra i prati di alta quota, il corpo riprende fiato, si libera degli affanni, guarda gli orizzonti e ritempra lo spirito.

Per prepararci all’incontro con questa terra dura, aspra, ricca di tradizioni popolari che attingono in un lontano passato, con una gastronomia genuina ed una ospitalità autentica assaporiamo le parole di Andrea Cerreteli:

La Basilicata è una regione dai vasti orizzonti e dai profondi silenzi,
dove i verdi pascoli contrastano con le gialle distese di grano.
Dove il paesaggio ha una sua nostalgica e aspra bellezza,
con luoghi ancora immutati che pare siano stati dimenticati dal tempo.

Gastronomia

Il pane di Matera I.G.P. , ottenuto con semola rimacinata di grano duro di varietà pregiate (cappelli, duro lucano, capeiti e appulo), lievito madre di frutta fresca, acqua e sale, è sempre stato per tradizione e per qualità un prodotto eccellente. Il documento più antico che attesta la notorietà e la bontà del pane di Matera risale al mese di marzo del 1291.
Pantaleone di Matera chiese al Re di Napoli Carlo II d’Angiò se il biscotto o galletta, ovvero il pane ordinato per le truppe, in genere a lunga conservazione e in varie forme, dovesse essere confezionato con la forma tipica a pezzo oppure con la forma a tarallo, con un buco al centro, in modo da poter legare insieme diversi pezzi facendo passare una corda attraverso il buco per trasportarlo meglio.

Per secoli il pane è stato l’alimento base e a volte anche unico dei materani pertanto doveva potersi conservare a lungo. D’estate quando diventava duro si preparava la cialledda fredda con acqua fresca, pomodori, olio, sale e origano, invece di inverno si consumava la cialledda calda con acqua bollente, pomodori, olio, sale, olive, un uovo e verdura cotta. Questa minestra di pane per secoli ha contribuito alla sopravvivenza di generazioni di uomini.

Le forme tipiche sono il pane alto a pezzo, accavallato su se stesso, con tanta mollica e quindi più morbido; il pane a cornetto, con alcuni tagli nella parte superiore e dalla forma allungata, ricco di crosta e quindi molto croccante; il pane basso, con un tradizionale disegno di croce al centro; il pane dell’Immacolata a forma di tarallo, dalla crosta liscia e biscottata con seme di finocchio, si consuma il 7 e l’8 dicembre per la festa dell’Immacolata che per tradizione dà il via alle feste natalizie; il pane di Sant’Antonio impastato con farina di grano di maiolica con crosta molto sottile e dal colore bianco, si consuma il 13 giugno per la festa di Sant’Antonio.

In media la pezzatura da 1 kg si conserva per circa sette giorni, quella da 2 kg per circa dieci giorni. Un tempo per i salariati che tornavano in città ogni due settimane di sabato per rifornirsi di pane e per il cambio della biancheria, si confezionavano pezzature più grandi di 7-8 kg che si conservavano per almeno quindici giorni e persino di 15 chili.

Le donne, ricalcando un rito antico di gesti e di accortezze, contrassegnavano fino agli anni 60 il proprio pane con un apposito timbro realizzato in legno o in ferro, sculture di varie altezze lavorate a tutto tondo e sviluppate su tre livelli. La sezione inferiore fungeva da base e portava le iniziali del capofamiglia, al centro una semplice colonna quadrangolare o cilindrica e la sezione superiore recava la figurazione simbolico-decorativa di animali, persone o elementi architettonici.

Giovanni Ricciardi, Matera

Programma

Il nostro tour inizierà all’estremo nord della Basilicata, nel cuore di un vulcano ormai spento, con la visita della città di Melfi.
L’abitato, che conserva delle interessanti chiese rupestri scavate nel tufo, è dominato dal maestoso castello normanno, circondato interamente da antiche mura con torrioni di avvistamento, scelto dall’imperatore Federico II di Svevia come residenza estiva e praticare il suo hobby preferito: la falconeria.
Immersa nella splendida cornice del Vulture, la città federiciana sede di cinque concili tra il 1059 e il 1137, che diede i natali a Francesco Saverio Nitti ci consentirà di assaporare il gustoso Marroncino e brindare con il suo nettare rosso rubino, l’Aglianico del Vulture DOC.
Arrivati a destinazione avremo modo di iniziare a conoscere il territorio di Montescaglioso impreziosito dall’abbazia benedettina di S. Michele Arcangelo, del XI-XII sec. e dal vicino convento delle Clarisse. Non meno interessanti i caratteristici vicoli del centro storico e gli ampi panorami che giungono sino al mar Jonio e al lontano Parco Nazionale del Pollino.

Valutazione
Facile

Lunghezza
3 km

Percorso
Anello + A/R

Tempo stimato soste escluse
1 ore e 30 minuti

Oggi ci dirigeremo verso Matera, dove percorreremo un sentiero che si snoda sul bordo destro del profondo canyon scavato dal torrente Gravina, nella zona più selvaggia e lontana dalla città. Sarà un continuo alternarsi di ampi panorami e scorci sulle pareti rocciose del canyon, punteggiato da grotte naturali, villaggi e chiese rupestri scavati nella calcarenite.

Nel pomeriggio avremo l’occasione di passeggiare in una delle zone più caratteristiche di Matera, il Sasso Caveoso che presenta al suo interno dei luoghi che non possiamo perdere: il Palazzo del Sedile, il Museo Archeologico Nazionale A. Ridola, la bellissima chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve, dal nome della pianta spontanea che cresce abbondante nei dintorni, e il complesso del Monterrone, lo sperone di roccia che conserva al suo interno due chiese scavate nella roccia.

Valutazione
Facile – Media

Dislivello in salita
+ 285 metri

Lunghezza
8 km

Dislivello in discesa
– 285 metri

Percorso
Anello + A/R

Quota massima
320 m s.l.m

Tempo stimato soste escluse
4 ore e 30 minuti

Quota minima
240 m s.l.m.

Giornata impegnativa ma ricca di soddisfazioni nel Parco Nazionale del Pollino. A cavallo tra Calabria e Basilicata il territorio del parco, istituito nel 1993, con i suoi 192.565 ettari è la più grande area protetta di nuova istituzione in Italia. La catena dei suoi monti, che raggiunge i 2267 metri di quota, si allunga dallo Jonio al Tirreno e racchiude con le sue forme e i suoi ritmi, uno spazio e un tempo difficili da afferrare. Il Pollino è la terra del lupo e dell’aquila reale, delle gole e delle grotte, della civiltà magno-greca e delle minoranze arbereshe, e il pino loricato abbarbicato sulle vette nelle bellissime pietraie calcaree è il suo emblema.

L’escursione ci consentirà di ammirare o addentrarci in ambienti diversi, inizieremo a camminare nel bosco e poi attraversare delle ampie e belle radure, frequentate da animali al pascolo, fino a raggiungere la sorgente Pitt’Accurc’. Proseguendo la vista della Serra di Crispo si fa sempre più dettagliata e si cominciano ad intravedere le sagome dei pini loricati che pian piano che saliamo si stagliano sullo sfondo della costa orientale. 

Valutazione
Media

Dislivello in salita
+550 metri

Lunghezza
12 km

Dislivello in discesa
-550 metri

Percorso
Andata e ritorno

Quota massima
2054 m s.l.m

Tempo stimato soste escluse
6 ore

Quota minima
1540 m s.l.m.

Dopo aver apprezzato una genuina colazione condita dalle spiegazioni di Francesca e Lucia, vivremo una giornata ricca di emozioni in uno dei luoghi più suggestivi della Basilicata: il Parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane, con le sue attrattive naturalistiche e due dei borghi più belli d’ItaliaCastelmezzano e Pietrapertosa.

In questi ambienti incantati, uniremo due percorsi a forte connotazione paesaggistica e naturalistica che dalle creste delle Dolomiti Lucane ci faranno scendere nel fondovalle ricco di dolmen parlanti che ci proietteranno nella magia e mistero delle streghe locali, le masciare.

Valutazione
Media

Dislivello in salita
+670 metri

Lunghezza
11 km

Dislivello in discesa
-670 metri

Percorso
Anello + A/R

Quota massima
1000 m s.l.m

Tempo stimato soste escluse
5 ore

Quota minima
660 m s.l.m.

Questa giornata la dedicheremo alla scoperta di un altro luogo unico, sia per la sua posizione che per la sua storia: il paese abbandonato di Craco. Dalla valle alluvionale del torrente Salandrella raggiungeremo le colline che in estate riflettono i colori del grano e poi avvicinandoci pian piano al borgo costeggeremo aspri contrafforti argillosi e pinnacoli sormontati da cespugli.

Evacuato nel 1963 in seguito a una frana, è diventato un set cinematografico, e nella nostra escursione vestiremo i panni di famosi registi che hanno scelto Craco per girare delle scene indimenticabili. Qui Mel Gibson ha ambientato l’impiccagione di Giuda per La passione di Cristo (2004), senza dimenticare Cristo si è fermato a Eboli (1979) di Francesco Rosi, Quantum of Solace (2008) di Marc Forster e Basilicata coast to coast (2010) di Rocco Papaleo.

Valutazione
Facile – Media

Dislivello in salita
+380 metri

Lunghezza
8 km e 400 metri

Dislivello in discesa
-380 metri

Percorso
Anello + A/R

Quota massima
330 m s.l.m

Tempo stimato soste escluse
4 ore e 30 minuti

Quota minima
70 m s.l.m.

Concludiamo il nostro Tour ritornando dove tutto ha avuto inizio: Melfi e il Parco Regionale del Vulture, dove cammineremo su uno dei sentieri utilizzati dagli sgherri del mitico brigante Crocco.

Immersi nella caldera dell’antico vulcano ammireremo da vicino i Laghi di Monticchio e la testimonianza tangibile della presenza di ordini monastici nel territorio sia con la splendida Abbazia benedettina di San Michele che con i resti del complesso di Sant’Ippolito. Il nostro percorso ci porterà ad attraversare diversi habitat che sfumano gradualmente l’uno nell’altro, dagli ambienti umidi lacustri al querceto, dai campi di lava ai castagneti, dalle rupi all’abetina di vetta fino alle praterie sulla sommità del monte Vulture da dove il nostro sguardo potrà spaziare dal Gargano alle Murge.

Un luogo del cuore che non dimenticheremo facilmente!

Valutazione
Facile – Media

Dislivello in salita
+530 metri

Lunghezza
10 km

Dislivello in discesa
-530 metri

Percorso
Andata e ritorno

Quota massima
1250 m s.l.m

Tempo stimato soste escluse
4 ore

Quota minima
730 m s.l.m.

Equipaggiamento
  • Scarponcini da escursionismo.
  • Zaino a partire da 25 litri.
  • Borraccia e/o thermos a partire da 1,5 litri.
  • Bastoncini da escursionismo.
  • Abbigliamento a strati comodo ed adatto alla stagione.
  • Cappello e guanti.
  • Occhiali con lenti trasparenti o polarizzate.
  • Carta escursionistica.
  • Lampada frontale.
  • Frutta essiccata o secca e/o pranzo al sacco.
  • Sacchetto per lo smaltimento dei rifiuti.
  • Kit di primo soccorso e telo termico.
  • Spilla e Tessera Altour Italy (consegnata alla prima attività).

Contattaci per qualsiasi consiglio sul tuo equipaggiamento.

Info utili

Quota individuale
(Comprende l’accompagnamento guidato e l’assicurazione RCT)
Fino ai 5 anni: gratis
Dai 6 ai 17 anni: 165 €

Oltre i 18 anni: 330 €

Come partecipare
Compila senza impegno la Richiesta di partecipazione entro domenica 19 marzo
e ti contatteremo per tutti i dettagli.

Numero partecipanti
Da un minimo di 4 ad un massimo di 16

Prossima data in calendario: – – –
Es: Capri, il respiro del vento
Es: da venerdì 8 Dicembre a domenica 10 Dicembre 2023