Quattro giorni che hanno l’ardire di svelare una regione divisa in storie che la uniscono alle aree limitrofe, una regione che ha dato i natali a Raffaello Sanzio uno dei più grandi artisti di ogni tempo, una regione che degrada dolcemente dall’appennino al mare, caratterizzata da verdi colline coltivate ed attività artigianali, una regione con i suoi ritmi lenti scanditi dai rintocchi delle campane.
Quattro giorni in cui potremmo vivere tra piccoli borghi e i panorami che spaziano dalla montagna alla costa, gustare una cucina composita, dal brodetto ai vincisgrassi, dal Formaggio di fossa di Talamello al prosciutto di Carpegna, brindare con il Verdicchio dei Castelli di Jesi accompagnati dalla melodia di un organetto costruito nella bottega Castagnari di Recanati.
Quattro giorni da vivere intensamente magari in compagnia di quel bambino di Recanati, che insieme alla gioiosa compagnia del fratello Carlo e della sorella Paolina, è l’animatore di giochi e di storie raccontate e sceneggiate, in case o nel giardino che risponde al nome di Giacomo Leopardi.
E il naufragar m’è dolce in questo mare
Letteratura
Le Marche sono un plurale. Il nord ha tinta romagnola; l’influenza toscana ed umbra è manifesta lungo la dorsale appenninica; la provincia di Ascoli Piceno è un’anticamera dell’Abruzzo e della Sabina. Ancona, città marinara, fa parte per sé stessa. In uno spazio così breve, anche la lingua muta e ha impronte romagnole, toscane, umbre, abruzzesi, secondo i luoghi. Tanti diversi spiriti ed influenze, palesi anche nel paesaggio, sembrano distillarsi e compenetrarsi nel tratto più centrale, in cui sorgono Macerata, Recanati, Loreto, Camerino. Nessuna città marchigiana ha un vero predominio nella regione. Verso Bologna gravita il pesarese e parte dell’anconetano; il resto verso Roma, supremo miraggio per tutti.
Ma per quanto ne accolgano i riverberi, le Marche non somigliano veramente né alla Toscana né alla Romagna né all’Abruzzo né all’Umbria. […] Più ancora dell’Emilia e dello stesso Veneto, le Marche sono la regione dell’incontro con l’Adriatico. Questo piccolo mare qui si spiega più intimo, più libero e silenzioso, con i suoi colori strani, che lo fanno diverso da tutti i mari della terra. Parlo di certi verdi freddi, grigi traslucidi, azzurri striati di rosso, che ricordano i marmi pregiati e le pietre dure. A differenza del Tirreno, l’Adriatico ha colori rari ed eccentrici, il gusto dell’anomalia. Si direbbe che le acque si propongano di imitare materie preziose ed estranee. E la collina marchigiana, volgendosi verso l’interno, è quasi un grande e naturale giardino all’italiana. […] E’ il prototipo del paesaggio idillico pastorale. […]
Se si volesse stabilire qual è il paesaggio italiano più tipico, bisognerebbe indicare le Marche, specie nel maceratese e ai suoi confini.
L’Italia nel suo insieme una specie di prisma, nel quale sembrano riflettersi tutti i paesaggi del Terra, facendo atto di presenza in proporzioni moderate e armonizzandosi l’un l’altro.
L’Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo. Le Marche dell’Italia.
Qui abbiamo l’esempio più integro di quel paesaggio medio, dolce, senza mollezza, equilibrato, moderato, quasi che l’uomo stesso ne avesse fornito il disegno. […]
E’ abitudine dei viaggiatori stranieri, cercando quale delle nostre regioni dia il senso peculiare del nostro Paese, indicare la Toscana e l’Umbria. Credo che questo accada perchè di solito le Marche sono fuori dai lori itinerari. Questa regione, infatti, non è conosciuta ai più per visione diretta in proporzione alla sua grande bellezza naturale e artistica. […]
Ma forse alla popolarità delle Marche nuoce anche l’assenza di quegli aspetti stravaganti, sorprendenti, eccitanti, che attirano le fantasie in cerca dello straordinario. Non si ritrova nelle Marche né il primitivo né l’estremamente moderno. Nulla di iperbolico. E’ una terra filtrata, civile, la più classica delle nostre terre. […]
Difficile trovare altrove una così esatta corrispondenza tra gli animi ed il paesaggio. Chi ne cerca le origini storiche ricorda che alla sua origine stanno due razze diverse: i Piceni e gli Umbri, che non riuscirono mai ad assorbirsi a vicenda. Altre influenze, come quella gallica e quella ellenica, gli passarono senza lasciare un’impronta precisa. E due volte le Marche furono sottomesse a lungo da Roma. La prima volta da Roma repubblicana, poi da Roma papale. […]
Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1957
Programma
Il nostro viaggio alla scoperta delle Marche inizierà nel borgo medievale di San Severino (MC), adagiato a 240 metri di quota, nella valle del fiume Potenza, lungo un antica strada che collegava l’Adriatico con la via Flaminia e il Tirreno. Dopo aver raggiunto la Torre comunale e il Duomo Antico ci dirigeremo verso una stretta e spettacolare valle rocciosa che ospita l’eremo medievale di Sant’Eustachio, frequentato già nel secolo VIII.
L’escursione si svolge in un paesaggio bucolico e per un bel tratto il rumore dei nostri passi sarà nascosto dallo scorrere delle acque del fiume Potenza. Pranzo al sacco.
Valutazione
Facile – Media
Dislivello in salita
+220 metri
Lunghezza
11 km
Dislivello in discesa
-220 metri
Percorso
Andata e ritorno
Quota massima
230 m s.l.m
Tempo stimato soste escluse
4 ore
Quota minima
340 m s.l.m.
Traversata in uno degli angoli più belli e selvaggi delle Marche, il Parco Naturale del Conero. Partiremo da Sirolo e valutando la possibilità di scendere alla spiaggia dei Sassi Neri, risaliremo le pendici del promontorio fino a raggiungere il Passo del Lupo, straordinario belvedere sul versante orientale del Conero e sulle Due Sorelle. Continuando a salire in un fitto bosco incontreremo prima il Belvedere Sud e poi il convento di San Pietro fino a giungere sotto la cima del Monte Conero. Da questo momento il sentiero scende e dopo il Belvedere Nord e il Pian Grande con bella vista su Portonovo arriveremo alla nostra meta.
Pranzo al sacco. Rientrati in albergo ci godremo un meritato riposo e un ottima cena.
Valutazione
Media
Dislivello in salita
+580 metri
Lunghezza
11 km
Dislivello in discesa
-430 metri
Percorso
Traversata
Quota massima
540 m s.l.m
Tempo stimato soste escluse
5 ore
Quota minima
2 m s.l.m.
Dedicheremo la prima parte della mattinata a scoprire uno dei borghi più caratteristici dell’Appennino marchigiano, Elcito. Arroccato su una rupe calcarea protesa verso la valle del Musone, ci accoglierà con le sue poche case, la chiesa di San Rocco e il belvedere, un luogo dove il tempo si è fermato!
Lasciato Elcito scenderemo verso l’abbazia benedettina di Valle Fucina e da qui percorrendo un sentiero che si snoda all’interno di una faggeta saliremo alla vetta di monte Canfaito da dove lo sguardo potrà spaziare dai monti innevati dei Sibillini fino all’Adriatico. Pranzo al sacco.
Nel primo pomeriggio faremo rientro nella struttura che ci ospita, relax e poi con un sano appetito ci dirigeremo verso l’agriturismo dove gusteremo i piatti tipici della cucina locali rivisitati per il classico Cenone di Capodanno.
Valutazione
Facile – Media
Dislivello in salita
+380 metri
Lunghezza
6 km e 500 metri
Dislivello in discesa
-50 metri
Percorso
Traversata
Quota massima
1111 m s.l.m
Tempo stimato soste escluse
3 ore e 30 minuti
Quota minima
750 m s.l.m.
Inizieremo il 2024 con una semplice escursione all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, un luogo tanto affascinante quanto inusuale: le Lame Rosse. Partiremo da un punto panoramico sul lago di Fiastra e con un agevole sentiero percorreremo i fianchi della valle del Fiastrone, rivestiti da una fittissima lecceta, fino a giungere ai piedi delle Lame Rosse che potremo ammirare nel loro splendore risalendo un ripido pendio formato da ghiaia grossolana. Pranzo al sacco e rientro nei luoghi di provenienza.
Valutazione
Facile – Media
Dislivello in salita
+370 metri
Lunghezza
7 km
Dislivello in discesa
-370 metri
Percorso
Andata e Ritorno
Quota massima
870 m s.l.m
Tempo stimato soste escluse
4 ore
Quota minima
620 m s.l.m.
Equipaggiamento
- Scarponcini da escursionismo.
- Zaino a partire da 25 litri.
- Borraccia e/o thermos a partire da 1,5 litri.
- Bastoncini da escursionismo con rondelle da neve.
- Abbigliamento a strati comodo ed adatto alla stagione.
- Cappello e guanti.
- Occhiali con lenti trasparenti o polarizzate.
- Lampada frontale.
- Frutta essiccata o secca e/o pranzo al sacco.
- Sacchetto per lo smaltimento dei rifiuti.
- Kit di primo soccorso e telo termico.
- Spilla e Tessera Altour (consegnata alla prima attività).
Contattaci per qualsiasi consiglio sul tuo equipaggiamento.
Info utili
Quota individuale
(Comprende l’accompagnamento guidato e l’assicurazione RCT)
Fino ai 5 anni: gratis
Dai 6 ai 17 anni: 120 €
Oltre i 18 anni: 240 €
Come partecipare
Compila la Richiesta di partecipazione e ti contatteremo per tutti i dettagli.
Numero partecipanti
Da un minimo di 4 ad un massimo di 16