Ammirare la cupola di S. Pietro incorniciata da prati di trifogli e boschi di sughera è una delle tante sorprese che ci riserva questa area protetta, un residuo di Agro Romano affacciato sul cuore di Roma. Il Parco si estende nel settore nord-occidentale della città, tra la via Trionfale e via della Pineta Sacchetti, così chiamata perché nel 1861 è stato impiantato un bosco a pino domestico, e sviluppa i suoi 243 ettari intorno alla Valle dell’Inferno, un impluvio che si estende dalle propaggini occidentali delle colline di Monte Mario a quelle settentrionali del Vaticano.
Il sistema collinare che si sviluppa dai 35 ai 120 metri sul livello del mare è costituito da sabbie giallastre e argille che caratterizzano zone molto differenti rispetto alla capacità del terreno di trattenere l’umidità e questo si manifesta con un’importante ricchezza di specie vegetali tra cui molte orchidee. L’essenza dominante nei boschi sempreverdi è la sughera che forma lembi residui delle antiche foreste costiere che un tempo occupavano tutta la fascia tirrenica, lungo i pendii più freschi e ove il il terreno è più umido è presente una boscaglia a pioppo bianco, nocciolo e alloro mentre nel sottobosco tipico della macchia mediterranea trovano spazio il cisto e l’erica.
Alla ricchezza di habitat vegetali è legata un’estrema varietà delle comunità faunistiche, dai rapaci notturni nidificanti come l’assiolo e la civetta la cui presenza evidenzia l’esistenza delle loro prede come il moscardino e il ghiro, piccoli roditori che abitano le chiome degli alberi, ai tritoni e rospi che trovano negli ambienti umidi di fondovalle il loro habitat privilegiato. Dal 1989 questo mosaico di diversità biologica è tutelato dal Parco Regionale Urbano del Pineto istituito dopo una lunga battaglia che bloccò i piani di lottizzazione previsti.
Il Parco urbano del Pineto non è solamente una delle perle botaniche della città ma tutela emergenze storiche che non possiamo ignorare. A nord, lungo la via Trionfale troviamo due manufatti che ci riportano indietro nel tempo, quando in queste zone vi erano vigne, campi e qualche casolare: la Chiesa di S. Onofrio in Campagna costruita nel 1660 in funzione della popolazione del borgo rurale che in omaggio al Papa Clemente XI nel 1708 avrebbe assunto il nome di Borgo Clementino e il vicino Fontanile fatto edificare da Pio IX nel 1866. Da non perdere nella zona sud una breve passeggiata in quel che rimane del Borghetto dei Fornaciari, ora così silenzioso, un tempo popolato da migranti di origine contadina che lavoravano alla produzione di mattoni all’interno delle tante fornaci fumanti.
Personaggi
Un giorno lo storico Giovanni Incisa della Rocchetta si imbattè in un disegno di Pier Leone Ghezzi (1674-1755) che presentava la seguente didascalia:
“Alle volte gli animali più storditi, con miracolo di natura, operano delle cose, che, nella loro irrationalità, hanno del raggionevole.
Ciò si è veduto evidentemente in un asino della nobil Casa Sacchetti, la quale possiede un bellissimo sito, che chiamasi il Pignieto, a causa di tanti pini che si vedono, dove il gran talento di Pietro da Cortona vi architettò un bellissimo Casino, dipinto anche dal suo eccellente pennello, il quale, per la eccellenza dell’architettura, potea chiamarsi tutto quello che poteva far l’arte di perfetto: presentemente, a causa dell’aria non buona, è stato tutto abbandonato, con grandissimo dolore di chi gusta et apprezza le belle cose.
Nel tempo, poi, che era abbitato dai signori della Casa, vi havevano un asino, il quale havea tanto giudizio, che in Roma lo caricavano con ceste ben chiuse, e da se stesso se ne tornava all’abitatione, che abbiam chiamato Pignieto di Sacchetti, con ammirazione di tutti, che questo osservavano. Ora, perché, doppo tanti anni di servizio, al povero asino convenne morire, perciò quei signori, per gratitudine, gli eressero un monumento con un’urna antica, dentro di cui riposero, o finge che si riponesse il corpo dell’asino defonto; e fu posto esso chiamamolo così mausoleo, che servisse di termine e prospettiva alla vista dell’abitatione, nel fine di un viale di cipressi, con il disegnio del medesimo Pietro da Cortona. Il sopradetto somaro si chiamava Grillo“.
Il pigneto Sacchetti e il mausoleo dell’asino Grillo
Galleria
Scheda tecnica
Valutazione
Facile – Media
Dislivello in salita
+ 160 metri
Appuntamento
Ore 10:00 – Via di Valle Aurelia 75
Lunghezza
6 km e 500 metri
Dislivello in discesa
– 160 metri
Trasferimenti
Mezzi propri
Mezzi pubblici
Percorso
A/R + 3 anelli
Quota massima
90 m s.l.m
Durata
Mezza giornata
Tempo stimato soste escluse
3 ore e 30 minuti
Quota minima
40 m s.l.m
Note
Brevi tratti fangosi
Equipaggiamento
- Scarpe basse con suola scolpita o scarponcini da escursionismo.
- Zaino a partire da 20 litri.
- Borraccia e/o thermos a partire da 1 litro.
- Bastoncini da escursionismo.
- Abbigliamento a strati comodo ed adatto alla stagione.
- Cappello e guanti.
- Frutta essiccata o secca e/o pranzo al sacco.
- Sacchetto per lo smaltimento dei rifiuti.
- Kit di primo soccorso e telo termico.
- Spilla e Tessera Altour (consegnata alla prima attività).
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info utili
Quota individuale
(Comprende l’accompagnamento guidato e l’assicurazione RCT)
Fino ai 5 anni: gratis
Dai 6 ai 17 anni: 10 €
Oltre i 18 anni: 20 €
Come partecipare
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Numero partecipanti
Da un minimo di 4 ad un massimo di 16